domenica 31 ottobre 2010

Lupa
All’istinto mi lascio abbandonata
La voce del cuore mi sussurra piano
Ma a me sembran parole urlate a gran voce..
Dal calar della notte io sono strega
Ferina sento il tuo odore nell’aria
E a caccia vado del tuo seme
Della tua essenza
Del tuo sapore..
..sangue..
Scopro le zanne
Gli artigli  solcano il materasso
e io distesa
Aspetto il momento..
Le mascelle fremono..
Indomita mi contorco
Al desiderio mi lascio sprofondare
Saliva e lingua
Lecco l’immagine ma sembri reale
Corpo cavalca corpo
E il nome si perde..
Urlo alla notte..
Strega sono io..
Offerta al mio medesimo incantesimo..
L’odore del tuo petto..
E non so più chi sono..

Sogno di sangue


Sangue..
Sangue che scorre dal taglio del basso ventre
Su pelle di coscia immacolata
Mi tiene gli occhi sbarrati alla porta
Ho paura
La mano procede
Insegue
Penetra
Stravolge
E la vittima s’accascia
Pozza
Paura
Son io
Io che taglio
Eseguo
Pentetro
M’inseguo
Nella fonda notte
Di me ho paura
Per me non dormo
Della bestia che covo
Delle brame che non riemergo
Spaventoso impulso dio di distruzione
Imbratta le pareti bianche
Occhi spalancati dal terrore
Occhi che cercano d’afferrarsi ad una vita che gli sfugge via..
Brancolo nel mio terrore di me stessa..
Ho paura..
 

giovedì 28 ottobre 2010


occhi da bimbo
spalancati di fronte a un orizzonte
pieno di cose che tu solo vedi
occhi persi nel vuoto pieno delle tue immagini
di madri desiderate
madri
madri
madri
madri giudicanti
madri ossessive
madri penetranti
madri permissive
madri severe
madri paurose
madri da accudire
madri che ti accudiscono
madri da amare
e madri da cui farsi amare..
madri che osservano e giudicano altre madri..
madri che sperano nell’incesto che non si consuma..
e tu figlio..
nel buio delle tue ingenue intenzioni nutri l’illusione
mortale
del potere di controllarle
gestirle
aiutarle..
di essere padre e padrone..
il tuo piccolo cuore
cerca la speranza di un gesto d’amore
un gesto che accolga e che ti riconosca..
che riconosca te nella tua anima e nel tuo essere perfetto..
l’approvazione mai del tutto strappata a colei che fu e che cerchi in loro..
covo di serpi ti sei custodito
affinché un giorno lieta e dolce possa accoglierti l’ultima delle madri
la dolce notte
la lieve morte
Come l’assopirsi fiducioso del bimbo
Accovacciato nel seno materno.

mercoledì 27 ottobre 2010

Manipolazione della Mente per il consenso. Le 10 regole di Noam Chomsky.

Ecco come drogano le nostre menti






La manipolazione mediatica ormai non ha confini. Il consenso politico e quello d'opinione è regolato attraverso ben precise strategie mediatiche che si appoggiano su 10 regole di base. Noam Chomsky ci aiuta a svelare l'inganno
In questi giorni di forte instabilità politica si riaccendono i toni e si rimescolano i temi che hanno animato il calderone mediatico degli ultimi 15 anni: sicurezza, giustizia, economia, tradimento, sesso. Nel nostro Paese succede che molti ingenui continuino ad esempio a meravigliarsi delle boutade del presidente del Consiglio, limitandosi a bollare barzellette e proclami del premier brianzolo come uscite inammissibili, senza considerare quanta macchinazione logica stia dietro ad ogni singola affermazione. Un meccanismo ben oliato a cui fanno ricorso non solo uomini politici, ma esperti di marketing e uomini di potere in genere. Un noto studioso di linguistica come Noam Chomsky ha stilato una lista di 10 regole, che vengono utilizzate per drogare le menti, ammaliandole, confondendo in loro ogni percezione, rimescolando realtà e fantasia, evidenza e costruzione illusoria. Ecco quali sono:

1-La strategia della distrazione

L’elemento primordiale del controllo sociale è la strategia della distrazione che consiste nel deviare l’attenzione del pubblico dai problemi importanti e dai cambiamenti decisi dalle élites politiche ed economiche, attraverso la tecnica del diluvio o inondazioni di continue distrazioni e di informazioni insignificanti. La strategia della distrazione è anche indispensabile per impedire al pubblico di interessarsi alle conoscenze essenziali, nell’area della scienza, l’economia, la psicologia, la neurobiologia e la cibernetica. “Mantenere l’Attenzione del pubblico deviata dai veri problemi sociali, imprigionata da temi senza vera importanza. Mantenere il pubblico occupato, occupato, occupato, senza nessun tempo per pensare, di ritorno alla fattoria come gli altri animali (citato nel testo “Armi silenziose per guerre tranquille”).

2- Creare problemi e poi offrire le soluzioni

Questo metodo è anche chiamato “problema- reazione- soluzione”. Si crea un problema, una “situazione” prevista per causare una certa reazione da parte del pubblico, con lo scopo che sia questo il mandante delle misure che si desiderano far accettare. Ad esempio: lasciare che si dilaghi o si intensifichi la violenza urbana, o organizzare attentati sanguinosi, con lo scopo che il pubblico sia chi richiede le leggi sulla sicurezza e le politiche a discapito della libertà. O anche: creare una crisi economica per far accettare come un male necessario la retrocessione dei diritti sociali e lo smantellamento dei servizi pubblici.

3- La strategia della gradualità

Per far accettare una misura inaccettabile, basta applicarla gradualmente, a contagocce, per anni consecutivi. E’ in questo modo che condizioni socio-economiche radicalmente nuove (neoliberismo) furono imposte durante i decenni degli anni 80 e 90: Stato minimo, privatizzazioni, precarietà, flessibilità, disoccupazione in massa, salari che non garantivano più redditi dignitosi, tanti cambiamenti che avrebbero provocato una rivoluzione se fossero stati applicati in una sola volta.

4- La strategia del differire

Un altro modo per far accettare una decisione impopolare è quella di presentarla come “dolorosa e necessaria”, ottenendo l’accettazione pubblica, nel momento, per un’applicazione futura. E’ più facile accettare un sacrificio futuro che un sacrificio immediato. Prima, perché lo sforzo non è quello impiegato immediatamente. Secondo, perché il pubblico, la massa, ha sempre la tendenza a sperare ingenuamente che “tutto andrà meglio domani” e che il sacrificio richiesto potrebbe essere evitato. Questo dà più tempo al pubblico per abituarsi all’idea del cambiamento e per accettarlo rassegnato quando arriverà il momento.

5- Rivolgersi al pubblico come ai bambini

La maggior parte della pubblicità diretta al gran pubblico, usa discorsi, argomenti, personaggi e una intonazione particolarmente infantile, molte volte vicino alla debolezza, come se lo spettatore fosse una creatura di pochi anni o un deficiente mentale. Quanto più si cerca di ingannare lo spettatore, più si tende ad usare un tono infantile. Perché? “Se qualcuno si rivolge ad una persona come se avesse 12 anni o meno, allora, in base alla suggestionabilità, lei tenderà, con certa probabilità, ad una risposta o reazione anche sprovvista di senso critico come quella di una persona di 12 anni o meno (vedere “Armi silenziosi per guerre tranquille”).

6- Usare l’aspetto emotivo molto più della riflessione

Sfruttate l'emozione è una tecnica classica per provocare un corto circuito su un'analisi razionale e, infine, il senso critico dell'individuo. Inoltre, l'uso del registro emotivo permette di aprire la porta d’accesso all’inconscio per impiantare o iniettare idee, desideri, paure e timori, compulsioni, o indurre determinati comportamenti….

7- Mantenere il pubblico nell’ignoranza e nella mediocrità

Far si che il pubblico sia incapace di comprendere le tecnologie ed i metodi usati per il suo controllo e la sua schiavitù. “La qualità dell’educazione data alle classi sociali inferiori deve essere la più povera e mediocre possibile, in modo che la distanza dell’ignoranza che pianifica tra le classi inferiori e le classi superiori sia, e rimanga, impossibile da colmare dalle classi inferiori".

8- Stimolare il pubblico ad essere compiacente con la mediocrità

Spingere il pubblico a ritenere che è di moda essere stupidi, volgari e ignoranti...

9- Rafforzare l’auto-colpevolezza

Far credere all’individuo che è soltanto lui il colpevole della sua disgrazia, per causa della sua insufficiente intelligenza, delle sue capacità o dei suoi sforzi. Così, invece di ribellarsi contro il sistema economico, l’individuo si auto svaluta e s’incolpa, cosa che crea a sua volta uno stato depressivo, uno dei cui effetti è l’inibizione della sua azione. E senza azione non c’è rivoluzione!

10- Conoscere gli individui meglio di quanto loro stessi si conoscano

Negli ultimi 50 anni, i rapidi progressi della scienza hanno generato un divario crescente tra le conoscenze del pubblico e quelle possedute e utilizzate dalle élites dominanti. Grazie alla biologia, la neurobiologia, e la psicologia applicata, il “sistema” ha goduto di una conoscenza avanzata dell’essere umano, sia nella sua forma fisica che psichica. Il sistema è riuscito a conoscere meglio l’individuo comune di quanto egli stesso si conosca. Questo significa che, nella maggior parte dei casi, il sistema esercita un controllo maggiore ed un gran potere sugli individui, maggiore di quello che lo stesso individuo esercita su sé stesso.

Fonte: Res Marche

sabato 23 ottobre 2010

la conferma


Mi risveglio dopo la notte..
speravo mi avrebbe portato il consiglio che volevo..
E invece ha stabilito
confermato
quello che avrei voluto sconfermasse..
La coscienza del crollo
La disillusione..
Sono di nuovo senza un posto
Una casa
Come ieri in fondo
E l’altro ieri
Perché lui non mi ci ha fatto mai entrare
Nella sua casa
Ma restare sull’uscio
E io che m’illudevo..
E mi torna in mente l’uomo dal nome di un eroe
E dal comportamento di un coniglio castrato
E la sua mezza donna
La sua Monica.
Come potevo sconfiggerla?
Si può combattere contro ciò che è visibile alla coscienza umana.
Ma non contro le illusioni
Che sono potenti
Troppo potenti di fronte all'inospitale realtà.
E mi sento con lo stomaco in disordine
In uno spazio definito dal grigio
E stavolta non posso prendermela con nessuno.
Sono triste
Demoralizzata.
Disillusa.
Il mio problema?
Quest’attrazione senza compromessi
Per la verità.
La mia.

venerdì 22 ottobre 2010

Occhi Liquidi


Nell’attesa di te
Morbida m’adagio
E mi piego all’ineluttabile
La replica di un copione di vivida reminiscenza.
Aspetto e prego
Angelo mio
Il nostro incontro solitario
Il miracolo
La nostra vicinanza
Lontani dal bisogno di una platea
Che ci giudichi
Che ci guidi
Che mi minacci
Che ti sostenga
Che ti sia alleata.
E m’immergo nell’assurdità col dolore nel cuore
Ho occhi liquidi oggi
Ma aperti.
La mia anima mi sussurra..
..”continua a sperare”..

martedì 19 ottobre 2010

sei

sei aggresivo
sei umorale
sei stronzo
sei caricaturale
sei perfido
sei sagace
sei violento
sei geloso
sei alcolista
sei introverso
sei sprezzante
sei bastardo
sei nevrotico
sei insicuro
sei manesco
sei protagonista
...
ti adoro
...

domenica 17 ottobre 2010

Your Song - Elton John



It's a little bit funny this feeling inside
I'm not one of those who can easily hide
I don't have much money but boy if I did
I'd buy a big house where we both could live

If I was a sculptor, but then again, no
Or a man who makes potions in a travelling show
I know it's not much but it's the best I can do
My gift is my song and this one's for you

And you can tell everybody this is your song
It may be quite simple but now that it's done
I hope you don't mind
I hope you don't mind that I put down in words
How wonderful life is while you're in the world

I sat on the roof and kicked off the moss
Well a few of the verses well they've got me quite cross
But the sun's been quite kind while I wrote this song
It's for people like you that keep it turned on

So excuse me forgetting but these things I do
You see I've forgotten if they're green or they're blue
Anyway the thing is what I really mean
Yours are the sweetest eyes I've ever seen

venerdì 15 ottobre 2010

Intervista a Patti Smith

quello che ho sempre cercato di fare è stato di cercare, attraverso qualsiasi forma d'arte, qualcosa che potesse essere uno strumento di comunicazione universale. quando lavori non lo fai solamente per gli intellettuali o per le classi elevate. devi fare in modo che ciunque possa sentire quello che tu volevi comunicare. quando scrivevo poesie, così come avrei potuto disegnare o dipingere, mi sentivo come se stessi usando degli strumenti di comunicazione ormai estinti, vecchi: i grandi dipinti vanno nei musei e io mi sentivo americana, uscita fuori dagli anni '50, dall'espressionismo astratto, dal jazz e infine dal rock & roll, da gente che tentava di comunicare profondamente e velocemente e provenendo da quel tipo di sensibilità nulla mi sembrava sufficiente. pensavo la parola e scrivevo poesie e ho pubblicato  dei libri così potevo comunicare con più persone. a neanche quello era sufficiente. Perchè anche se mentre scrivevo mi sentivo molto vicina alla lingua, il suono era lontano dalla parola, era dietro di lei.
 La parola è difficile perchè noi siamo stati separati dalle parole. E come posso comunicare la mia poesia se vado in un piccolo villaggio in Fillandia e nessuno conosce la mia lingua? e come posso comunicare quando posso usare solo le parole? Sono cresciuta sulla bibbia e ho sempre pensato che siamo stati divisi dalle parole  tanti e tanti anni fa. E così, la milgiore cosa che vedevo, per comunicare, era il suono. Così in Seven Heaven ho iniziato a suonare una musica molto semplice. Perchè stavo cercando di mostrarmi, di comunicare con la gente. E quello stesso tipo di musicalità lo puoi trovare in horses. Per questo ho messo su una band di rock 'n' roll. Perchè ho capito che non volevo stare nelle biblioteche, separata dalla gente. Ma che volevo comunicare con loro. E il r&r mi dava questa possibilità. E infatti ora non ho sacrificato nulla. Non ho sacrificato la ricchezza della mia lingua. Non ho sacrificato nulla. Sto cercando di esplorare tutte le possibilità di comunicazione. Se vengo in Italia e non so la lingua, posso danzara, ballare.  Mi immagino come Salomé: posso comunicare con la gente attraverso il suono e la Musica. Non solamente attraverso parole. So che parole per me sono molto importanti, però so che sono solo una parte.: voglio sfondare la barriera della lingua ed è questo che tento di fare quando suono la chitarra, quando mi agito come un animale. Cerco di estendere i confini della lingua.
 Lo so che fare un libro, un disco oppure una scultura sono tutte cose simili perchè smettono di appartenere alla gente. Non è come fare l'amore. quando sono  in concerto sono capace di creare con la gente, di costruire con loro un rapporto reciproco. Non vado lì e faccio le solite dieco canzoni, non importa dove sono. Cerco sempre di fare cose nuove, d'improvvisare nuovi suoni. E' vero, i dischi, i libri, sono cose fisse a senso unico. a quando prendo in mano un libro io mi sento  nuova. Mi dà idee nuove, mi ispira. Una delle ragioni per cui faccio queste cose, scrivere libri, incidere dischi..non è soltanto per me, perchè mi sento un genio o cose di questo tipo. Per me le cose che faccio devono essere spunti per altra gente. Vorrei che la gente sentisse uno dei miei dischi e dicesse: grande e mettesse su una banda di r&r. Oppure leggesse uno dei miei libri e dicesse: stupendo! buttasse via il mio libro e iniziasse a scrivere poesie per conto suo. Vorrei che la gente avesse la sensazione che ce la può fare, che altre cose possono essere prodotte. Non credo che queste mie cose siano capolavori. Ero ancora molto giovane quando le ho scrtitte ma penso che siano buoni per incitare altre gente. Mi sentivo molto lebera quando li ho scritti. Ero appena venuta a N.Y. Di solito il mondo virene in questa città..io sono venuta qui per ottenere la forza, il potere, il denaro, qualsiasi cosa che mi permettesse di andare a vedere il mondo. Non me ne è mai fottuto un cazzo di N.Y. Da dove vengo la gente non vive, l'America è come qualsiasi altro paese. Nasci in un posto, ci cresci, sposi la ragazza ndella porta accanto, non vai mai da nessuna parte, non vedi mai niente, magari una volta te ne vai a Roma per vedere le chiese e poi te ne torni a casa per il resto della tua vita. Io voleo più di questo. Dicevo alla gente: voglio andare a vedere Simone Martini, oglio andare a vedere Parigi, dormire nello stesso letto di Rimbaud e la gente rideva di me. Voglio vedere qualsiasi cosa al mondo. Non mi sento una ragazza del New Jersy, mi sento Michelangelo, Leonardo Da Vinci, Anna Magnani. Io sono tutte queste cose.
 In merica i mass media rendono tutto uguale, tutto oggetto di consumo. Tutti possono vedere la pietà di Michelangelo come l'assassinio del presidente Kennedy; i giornali rendono la morte di Elvis Presley importante come quella di Kennedy cos la gente non sa più distinguere, tutte le cose stanno diventando uguali, non posso pretendere che le cose per me siano andate diversamente. Nella mia vita Spillane e Rimbaud hanno avuto la stessa forte influenza.
 Talvolta mi sento come un guardiano della cultura ho 30 anni e per il r & r sono tanti..ci sono dei ragazzini di 14 anni che non darebbero una lira per Rimbaud. Non darebbero una lira neanche per i per i Rolling Stones. Io sono ancora fortunata che mi conoscono..ci sono milgiaia di gruppi e il mio ormai appartiene alla storia. Per un verso sonomco0ntenta che loro non si sentano schiacciati dal passato, ma inn un certo senso mi sento responsabile per tutti questi ragazzini che suonano il punk rock., che non possono fare altro che voler distruggere tutto..mi sentio responsabile per tutto questo spreco d'energia che non porta da nessuna parte..
 So che questi sono tempi molto duri per i giovani. La mia generazione aveva qualcosa in cui credere. Sapeva cosa fare di sè stessa. Ora i giovani non hanno nulla in cui credere, cercano di distruggere solamente. Riesco a capire questi sentimenti perchè provo anch'io la stessa rabbia, la stessa frustrrazione. Ma allos tesso tempo non credo che bisogna distruggere il passato per costruire il futuro. Bisogna imparare ad usarlo. Ci sono tante regole, tante limitazioni, che è difficile per noi andare al di là di ogni restrizione sociale. Ma penso che questo sia un tempo buono per vivere: c'è lòa possibilità dell'anarchia dietro ogni cosa. La gente è incazzata, ha paura..è sottoposta ad ogni genere di prssione. Ma io credo, spero, che quello che potrà dare speranza, unità sia il r & re non per il ta ta ta. Quando parlo di r & r intendo tante altre cose. Il jazz è stato in un certo senso r & r. R&r è qualsiasi cosa che vada a colpire le strutture sociali, qualcosa di positivo nel distruggere. R&r certi libri, r&r per fottere, r&r qualsiasi cosa che venga da un'esigenza profonda, che voglia conquistare coscienza, saper costruire, comunicare. E' per me uguale.
 L'unica cosa che l'America può offrire è il r&r, e il r&r sta diventando un linguaggio universale.

intervista raccolta al Gotham Bookstore di NY nell'agosto 1977 da Anna Abate.

Straordinario


Quella traccia tenera e dolce del bambino che sei stato nelle tue fossette da adulto..
Guardo con tenerezza il tuo profilo mentre sei assorto in altri pensieri che quasi mi escludi..
e io ti guardo come a volerti assorbire nei miei ricordi così perfetto come sei.
Con quelle tue ciglia, i tuoi dolci occhi lontani, il naso che ammiro..
e tutto quello che di impalpabile c’è di fronte a te
ma che tu solo vedi..
E io ti guardo
e già questo mi procura un piacere quieto e profondo,
come sprofondare tra le tue braccia.
Nell’essenza di te.
Ci sono parti del tuo viso..
come le borse delle occhiaie..
che mi piacciono da impazzire.
In esse si fondono insieme la stanchezza del tuo vivere adulto e la tenerezza del bambino che sei stato.
Che sei.
Come se adulto e bimbo convivessero insieme nello stesso volto,
nella stessa porzione di carne abitata dalla tua anima.
Tu cerchi con me pezzi di quotidiano..
io cerco con te momenti di assoluto straordinario..
le parole..i discorsi..
stravolgono,
attutiscono,
deformano
i sentimenti.
Il silenzio rende possibile lo straordinario..
il quotidiano si perde.
Nel vuoto di freddi suoni che spiegano
rimane la nostra eternità,
il respiro che parla per noi
di noi.

giovedì 14 ottobre 2010


Do you like me?
Well I hope you do
Cause if you like me
Then I think I'm gonna to
have to like you too

We'll share our things
And have some fun
Then we'll say goodbye
And go back home when
the day is done

If you tell me
I'll tell you too
And we'll say the things
And do the things that lovers do

We'll keep it to ourselves
We won't hurt no one
Then we'll say goodbye
And go back home when
the day is done

We'll carve our names
On a tree
Then we'll burn it down
So no one in the world will see

And we'll make love
While we watch the flame
Then we'll walk away
As if we never had no shame

Now we must hide
To be alone
And we can't say
Our sweet things on the telephone

If we can't stop
What we've begun
We should say goodbye
And go back home when
the day is done

Do you still like me?
Well I hope you do
Cause if you still like me
Then I think I'm gonna have
to still like you

We shared our things
And had some fun
Now we'll say goodbye
And go back home when
the day is done

Yeah, we'll say goodbye
And go back home while
We still have one
Let's say goodbye and go back home
Now the day is done
6 ott. 2010

Una volta mi è capitato di provare amore. Gli ero seduta accanto. Lui era occupato nel suo lavoro. Io lo ascoltavo. E in un attimo, senza neanche accorgermene, ho sentito un vento leggero e pieno attraversarmi il petto. Una sensazione fisica leggera e concreta. Allora capii che l'amore non aveva niente a che fare con la passione, l'innamoramento, il dolore, le idee. Invece ha tutto a che fare con la leggerezza e la gioia quieta. Con un sorriso interiore e una stabilità che non saprei descriverti. Qualche tempo dopo sentii la mia insegnante di yoga di allora descrivere quella stessa sensazione, l'aveva letta in non so quale libro. Io le dissi: l'ho provata! e lei mi rispose che quella è una sensazione che provano solo i mistici. L'apertura del cuore. No. E' a disposizione di tutti. Può capitare in qualsiasi momento. Il momento giusto.
2 ott. 2010

tutta questa poesia fluirà nelle nostre vite
e la canteremo con le nostre voci
la quotidianità
la quotidianità sarà stravolta dal folle tutto
delle nostre anime
non c'è fretta
fino ad allora
la piccola crepa s'apre da sola
sorrido
per questa novità mai sperata
e stupita
rimango a guardare
la vita che si fa strada
me nonostante
28 sett. 2010

Bollicine e vecchi sapori picchiano sul mio palato
Era da tanto che non me lo permettevo
E torno a sentire
No anzi
Comincio
L’alba è alla fine giunta
Quello che aspettavo
Come ricompensa al mio cammino
La prova finale e più difficile
La più dolce
Mi schiudo felice davanti a te
Bisognosa ancora di un pretesto
Di una maschera
Che presto abbandonerò
Senza accorgermene
Naturale


Aspettavo te per permettermelo
Con te vedo le vie d’uscita
Non l’ho mai permesso a nessuno
Di indicarmele
Fortunato te che puoi assistere
Al compimento di una trasformazione
Al cambiamento di un’atmosfera
Di un seme che è stato gettato nel mio essere da tempo
È da una vita che ti conosco
È vero
M’affido e mio fido
È così
naturale


Formale ancora
Va bene così
Non è tempo
Piano piano
Le cose si riscaldano
Le cose si trasformano
Le cose avvengono
Naturali


Così è che procede
E mi spoglio davanti a te
E credo di dover superare l’imbarazzo
Che poi scopro non esistere
Che è tutto così
semplicemente
Naturale


Grazie

The Laughing Heart.. by Bukowski


your life is your life
don’t let it be clubbed into dank submission.
be on the watch.
there are ways out.
there is a light somewhere.
it may not be much light but
it beats the darkness.
be on the watch.
the gods will offer you chances.
know them.
take them.
you can’t beat death but
you can beat death in life, sometimes.
and the more often you learn to do it,
the more light there will be.
your life is your life.
know it while you have it.
you are marvelous

the gods wait to delight
in you.

@Charles Bukowski

mercoledì 13 ottobre 2010

La maschera



















M'ero costruita una maschera di una funzionalità perfetta,
mi si adagiava sul viso con inaspettata precisione..
Sapevo che con quella addosso facevo la mia figura..
così invidiata dai bambini che contavano..
e così decisi di non togliermela almeno per un pò.
di tenermela sul viso ancora per un pò.
Passarono i giorni, poi i mesi..
e infine gli anni..
alla fine dimenticai di averla ancora addosso e la scambiai per il mio vero volto.
Mi barcamenavo su fili di ragnatela stesi tra un grattacielo e l'altro.
In mano un vecchio ombrello nero e pieno di buchi.
Ma ignoravo ed ero felice.
Poi in un giorno qualunque
dentro uno spazio qualunque
durante un tempo indefinito qualunque
tra intenti quotidiani qualunquistici
inciampo in occhi diversi..
i tuoi occhi
amore mio..
il tuo guardare a fondo
ha crepato la mia maschera
e mi hai risvegliata alla verità dimenticata
ma che sovrana in luogo oscuro
continuava per tutto questo tempo
a guidare i miei passi
su di un filo di ragnatela incerto
steso tra un grattacielo e l'altro
ignara di un cambiamento
che non c'era mai stato.