lunedì 13 dicembre 2010

ogni volta afferro un filo per la sua estremità
dal bozzolo nodoso che mi pesa sul cuore
lo tiro
e da inerte materia opaca
diventa sostanza di luce
leggera
e quasi impalpabile.
Sembrava più fermo,
recidivo allo scioglimento.
Eppure viene via dolce
senza opporsi.
Si snoda
e sillumina.
Sembrerebbe m'aspettasse.
Continuo a tirare
e il grigio grumo senza colore
nè vita
si fa più sottile.
E' così che accade nel silenzio.
Ogni cosa si lascia illuminare.
Ogni cosa si lascia slegare.
Da umana,
sostanza divina diventa
rivelando la natura delle mie durezze
le nostre
del mondo.
Quante storie scritte su quei fili
quanti rocordi.
E costruzioni immaginate
date per reali.
Quanti dolori
bassezze
infermità.
Un tutto carbone
che in aria si dissolve
e fumo.
Mostrando al fondo dell'essere temuto
un diamante di luce dolce.
C'è solo questo da fare
nel movimento del silenzio
che la grazia infonde.

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